RAGAZZE MANCINE

Un buon libro che mi ha tenuto tanta compagnia nei giorni in cui l'influenza ha avuto la meglio sul fisico e sull'umore! Così definirei "Ragazze mancine" di Stefania Bertola, ed Einaudi. Un romanzo naif tutto al femminile, che lascia spazio a considerazioni intelligenti, non banali e ben scritto. Le due protagoniste sono decisamente diverse l'una dall'altra, a tratti forse mal si sopportano; le loro vite si incontratno/scontrrano accidentalmente e si uniscono per un certo periodo del loro percorso, dando così avvio ad una convivenza coatta fatta di screzi iniziali, che si trasforma poi in rispetto ed educazione l'una per l'altra.

Adele è la trentaduenne che si ritrova povera in canna in un battibaleno; il marito la abbandona senza lasciarle nemmeno un centesimo in tasca. Proprio a lei doveva capitare tutto ciò, che fin da piccola aveva le idee chiare: fare la mantenuta! Ma attenzione...per lei "fare la mantenuta" non significa andare dal parrucchiere e dall'estetista tutti i giorni, indossare capi firmati; il suo farsi mantenere è da intendere come un puro arricchimento personale, dedicando il tempo libero dal lavoro, alla cultura e alla ricerca della bellezza, visitando mostre, viaggiando, ampliando le proprie conoscenze
Eva, molto più giovane di Adele, ma con più senso di responsabilità e di rigore, dovendo crescere e gestire da sola una bambina, si pone come una sorta di antitesi di Adele, sotto tutti i punti di vista.

Diverse, è vero! Con un aspetto che però le unisce: una diffidenza nei confronti degli uomini non troppo velata!











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